Una cantina in cui si respira la storia, quella di Franz Haas. Nata nel 1880, ha visto susseguirsi nella continua e instancabile ricerca della perfezione ben 7 generazioni di primogeniti, accomunati tra loro dallo stesso nome, Franz.
La cantina di Franz Haas, però, è molto di più. In questo luogo si respira l’arte: da un lato abbiamo l’estro di Franz VII, che ha elevato ulteriormente il brand, dall’altro la genialità di Riccardo Schweizer, che ha firmato tutte le etichette, rendendo il marchio immediatamente riconoscibile.
Proprio a Franz Haas VII dobbiamo la varietà di vinificazioni adottate dall’azienda per il Pinot Nero, vitigno nobile imprevedibile nella coltura, oltre che la coltivazione ad alta quota, capace di conferire alle uve connotati unici.
L’incontro con Riccardo Schweizer si deve al fiuto di Maria Luisa Manna, che ha portato al connubio di due creatività diverse, ma al contempo simili: quella dell’artista e quella dell’enologo.
Durante la visita alla cantina di Franz Haas posso assicurare che la passione dell’azienda traspare a pieno, permettendo di godere di un’esperienza completa e unica nel suo genere, che parte dagli spazi progettati da Schweizer, passa per le sue etichette, fino a concretizzarsi con la degustazione. A proposito di quest’ultima, abbiamo degustato sei vini:
- Pinot Bianco Lepus, in cui ho riscontrato una sapidità notevole, attraverso la quale si percepiscono le caratteristiche date al vino dal porfido presente nel terreno. Le viti del Pinot Bianco, infatti, sono collocate in terreni nei quali sono presenti diverse realtà geologiche, dalle sabbie più leggere fino ai terreni più pesanti di erosione porfirica. Nel complesso l’ho trovato un vino piacevole, con un importante equilibrio tra freschezza e morbidezza.
- Petit Manseng, vino interessante, in cui predomina il frutto esotico, infatti si percepiscono benissimo importanti note di ananas, esaltate dalla sapidità e dalla freschezza che emergono all’assaggio, ed unite da note di erbe aromatiche e salvia. Il vitigno da cui nasce questo vino è una delle dimostrazioni del grande fiuto che aveva Franz VII, che ha scelto di importarlo dalla Francia del sud, dopo aver ritrovato nel terreno della vigna francese, bagnato dalla pioggia, lo stesso odore della sua terra.
- Manna, una cuvée di Riesling, Chardonnay, una parte di Gewürztraminer ed una piccola percentuale di Sauvignon Blanc. A partire dall’annata 2013 è stata aggiunta una parte di Kerner, che ha portato alla diminuzione delle percentuali di Riesling e Gewürztraminer. Vino con un bouquet aromatico importante e sicuramente gastronomico, caratteristiche con cui ha avuto molto successo in questi anni.
- Pinot Nero, anche definito “il bianco tra i rossi”, proviene da vigne che, grazie all’altitudine, ricevono più ore di sole e godono di una maggiore salubrità dell’aria. L’escursione termica a cui viene esposto il frutto ne fissa i profumi di piccoli frutti rossi, sottobosco e note speziate, in bocca troviamo un tannino levigato ed un ottima bevibilità.
- Istante, cuvée di Cabernet Sauvignon, Petit Verdot e piccole percentuali di Merlot e Cabernet Franc, che conferiscono al vino diverse sensazioni aromatiche e ne sottolineano lo spessore. Un vino complesso, nel quale in gioventù prevale la parte “verde”.
- Moscato Rosa, letteralmente dulcis in fundo, rapisce con i suoi profumi intensi, confermati al palato da una struttura elegante in cui si equilibrano al meglio dolcezza, tannino e una punta di acidità.
Veniamo però all’aspetto più particolare di queste bottiglie: il tappo a vite.
Dal 2007 Franz Haas ha iniziato ad utilizzare su alcune sue bottiglie il tappo a vite e dal 2017 ha uniformato l’utilizzo a tutta la produzione, escludendo chiaramente lo spumante per il disciplinare. Grazie all’uso del tappo, che nel settore era visto come un elemento controverso, col tempo l’azienda è riuscita a garantire un’evoluzione omogenea in bottiglia, assicurando le precise caratteristiche di ciascun vino. Dimostrando come il tappo a vita possa essere un’ottima soluzione per la conservazione e la chiusura delle bottiglie.
Questa visita mi ha dato modo di imparare molto e di confrontarmi direttamente con un tappo che si vede ancora poco in giro, chiarendomi i dubbi e permettendomi di apprezzarne le finalità.
E voi, cosa ne pensate?