Slow Wine Fair 2024

Domenica 25 febbraio ha avuto il via Slow Wine Fair 2024 a Bologna e non potevo assolutamente perdermela!

Quest’anno alla terza edizione della fiera del vino internazionale si sono radunate 1000 cantine tra italiane e straniere, presentando 5000 etichette, dandoci la possibilità di degustare vini provenienti da tutto il mondo. Questa manifestazione ha indubbiamente il merito di basarsi sui criteri della Slow Wine Coalition, ovvero un manifesto del vino buono, pulito e giusto. Alle cantine, infatti, è richiesta la coltivazione diretta di almeno il 70% delle uve utilizzate; non devono usare concimi, diserbanti e antibotritici provenienti dalla chimica di sintesi; devono utilizzare le risorse ambientali in modo coscienzioso e sostenibile, favorendo la biodiversità della zona, ecc.

Il risultato di questi stringenti requisiti porta alla produzione di vini che raccontino l’unicità del territorio in tutte le sue caratteristiche.

L’evento organizzato da Slow Food acquisisce ogni anno più rilevanza, grazie al numero di espositori e ai contenuti dal taglio culturale e scientifico portati da ospiti di indiscutibile competenza. L’interesse della partecipazione, dalla prima edizione ad oggi, ha portato a raddoppiare le cantine che hanno scelto di raccontarsi usando la Slow Wine Fair come cassa di risonanza per i propri prodotti e per la loro storia.

Fatte le dovute premesse, direi che è il momento di passare al lato più divertente e coinvolgente della fiera: gli assaggi. Ho avuto modo di trovare conferme in produttori che già avevo il piacere di conoscere, ma anche di fare gradevoli scoperte.

Tra le cantine conosciute ho avuto modo di confermare alcune bottiglie che vi consiglio.

Abbiamo iniziato il nostro giro da Pasquale Pellissero. Ornella, la proprietaria, ci ha fatto provare la nuova annata del loro Arneis che ho trovato sorprendente! Siamo poi passati al Nebbiolo Simone, il progetto del figlio di Ornella, Simone appunto, che ho trovato diverso rispetto alla bottiglia del 2022 sia per le caratteristiche dell’annata che per una differente macerazione in fase di vinificazione. Nel complesso ho trovato un vino più elegante rispetto allo scorso anno, con un frutto più integrato nel sorso e note speziate davvero piacevoli. Abbiamo terminato con i campioni da vasca dei due Barbaresco Cascina Crosa e Bricco: il primo sarà pronto tra poco, mentre per il secondo sarà necessario aspettare qualche tempo in bottiglia. Chiudiamo la visita al banco di Ornella con la riserva 2019 Ciabot, su cui ho poco da aggiungere: meravigliosa!

Siamo poi passati da Monteruello, rimanendo sempre in Piemonte, ma spostandoci nel Monferrato Astigiano, ospiti di Stefania. Finalmente ho avuto il piacere di assaggiare la nuova Alta Langa, decisamente fresca, con un bel frutto d’ingresso e un finale sapido molto piacevole. Notevole anche l’assaggio di Animo, bottiglia che sto seguendo dalla sua nascita e che trovo stia migliorando di anno in anno.

Potevo farmi mancare un passaggio nella mia Rufina? Tappa obbligata da Fattoria Lavacchio, dove insieme a Faye, proprietaria della cantina, ho parlato delle novità di quest’anno -di cui vi racconterò nei prossimi mesi- e assaggiato le nuove annate. La linea Puro si conferma sempre trainante per la scoperta di questa realtà: abbiamo aperto la degustazione con la nuova annata del Chianti Puro, 100% Sangiovese. Questa bottiglia nella sua “semplicità” di beva racchiude tutte le caratteristiche del Chianti Rufina, e a mio avviso da bere a tutto pasto e anche come aperitivo! In chiusura abbiamo provato il Chianti Rufina Riserva Vigna Casanova, del progetto Terraelectae, vino che esprime ai massimi livelli il potenziale del territorio, dove troviamo vigne di 60 anni. Si tratta di un vino complesso, strutturato, che non perde mai eleganza, insomma, fa venire voglia di bere un secondo calice!

Come sempre, in una fiera di questo tipo la curiosità di scoprire cose nuove è obbligatoria. A questo proposito mi hanno colpito i vini di:

  • Molinetto, cantina sita nella zona del Gavi, grazie al loro Amphora, un cortese 100% che affina (non vinifica) in anfore di terracotta; questo processo porta alla creazione di un vino complesso, pulito e con una piacevolezza di beva sorprendente, nonostante l’acidità risulti decisamente bassa in bocca.
  • Tenute Tozzi, che ci porta nella via del Gesso romagnola, zona che mi ha incuriosito per via dell’unicità del terroir. I vini proposti dalla provincia di Ravenna hanno tutti una linea sapida e un’eleganza inconfondibile: oltre al meticoloso lavoro sull’Albana e sul Sangiovese, mi hanno sorpreso il loro Merlot e gli spumanti, da tenere d’occhio.
  • Marchesi Montalto, con cui arriviamo in Lombardia, precisamente in Oltrepò. Penso che il lavoro sulla parcellizzazione di questa cantina meriti un plauso!
    Qui ritroviamo due vitigni: Riesling e Pinot Nero. Per il Riesling sono utilizzati cloni di barbatelle, che arrivano dalla Mosella, mentre due differenti cloni per il Pinot Nero, uno proveniente dal Champagne atto agli spumanti, l’altro dalla Borgogna per i rossi. Ogni vino porta il nome della vigna da cui è prodotto. Ho provato tutta la loro gamma e ho trovato alcune novità molto interessanti: partendo dagli spumanti, tutti ovviamente metodo classico, sia bianco che rosé, menzione particolare per il Cuvèecento, e l’Orange Sparkling Wine, quest’ultimo un 100% Riesling in versione Orange molto curioso! In chiusura ho assaggiato i tre Pinot Nero vinificati in rosso, dal base Cànuè che apre la strada fino al Però, con affinamento in anfora Tava, chiudendo con il Pizzotorto, con affinamento in Tonneaux. Posso anticiparvi che si tratta di bottiglie che approfondiremo sicuramente con maggiore precisione in futuro.

Un primo assaggio di Slow Wine Fair che mi ha permesso di capire la potenzialità di questa manifestazione, che mi ha colpito già a partire dalla meticolosa organizzazione dei trasporti che dalla stazione portavano direttamente in fiera: aspetto da non sottovalutare!

Sicuramente si punta molto al B2B tra le aziende e gli esperti di settore, ma non manca una strizzata d’occhio agli appassionati, che hanno partecipato soprattutto nella prima giornata di fiera.

È stata una giornata istruttiva sotto molti punti di vista: ho conosciuto persone interessanti, ma soprattutto molte cantine con alle spalle storie, passione ed esperienza. Oltre agli aspetti didattici, però, non è mancato il divertimento! Esperienza piacevolmente promossa!

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